Cappellani militari, Comellini (pdm): Gentiloni s’è piegato davanti alle pretese dei preti con le stellette. Evidenti discriminazioni: nelle Istituzioni ci saranno cappellani di serie A e di serie B

Cappellani militari, Comellini (pdm): Gentiloni s’è piegato davanti alle pretese dei preti con le stellette. Evidenti discriminazioni: nelle Istituzioni ci saranno cappellani di serie A e di serie B.

Roma 10 feb 2018 – Con l’approvazione dello schema di intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze armate il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha, ancora una volta, dimostrato la sua personale debolezza e quella delle Istituzioni italiane difronte alle pretese dell’Ordinario militare e i suoi sodali con le stellette. Il premier evidentemente non sa che oltre a quelli militari ci sono anche i cappellani della Polizia di Stato che svolgono la loro opera secondo le regole previste dal D.P.R. n° 421 del 27 ottobre 1999 con il quale è stata data esecuzione all’intesa sull’assistenza spirituale al personale della Polizia di Stato di religione cattolica perché, altrimenti, sarebbe bastato applicare le stesse regole anche per i cappellani militari. E’ facile, forse non per il premier, comprendere le ragioni per cui ciò non è avvenuto. Mentre gli stipendi dei cappellani militari vanno da un minimo di 2000 euro netti al mese fino agli oltre 9000 del generale di corpo d’armata a cui è equiparato l’Ordinario militare, quelli dei cappellani della Polizia di Stato sono determinati nella media aritmetica, aumentata del sei per cento, tra la misura massima e quella minima del congruo e dignitoso sostentamento assicurato dalla Conferenza episcopale italiana, a termini dell’art. 24, comma 1, della legge 20 maggio 1985, n. 222, ai sacerdoti che svolgono la funzione di parroco. In altre parole il cappellano della polizia percepisce in media 1350 euro al mese. È quindi evidente che l’ignoranza di una parte e l’arroganza dall’altra hanno impedito al premier Gentiloni di vedere l’enorme discriminazione tra sacerdoti dello stesso culto religioso a cui lui stesso ha dato vita con l’approvazione dello schema di intesa per i cappellani militari.

Missioni internazionali, Comellini (Pdm): scioglimento Parlamento mette fine a rinnovo missioni

Roma – 28 dic 2017 – “La legislatura è finita e lo scioglimento del Parlamento è solo una questione di ore. È in queste situazioni che il pressapochismo del legislatore italiano emerge in tutta la sua dirompente drammaticità. Per rendersene conto agli italiani, ma anche e soprattutto ai nostri interlocutori internazionali, basta leggere il testo della legge 145/2016 “Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali” che, con l’articolo 2, comma2, affida al voto del Parlamento l’autorizzazione per le singole missioni e, col comma 3, al Governo il compito di emanare, entro i successivi 60 giorni, i relativi decreti per il finanziamento.
Tra poco il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo le informazione riportate dai media in queste ore, dovrebbe decretare lo scioglimento della Camera e del Senato e allora, volendo escludere che il premier Gentiloni e la sua ministra Pinotti abbiano potuto anche solo pensare che l’approvazione da parte del Parlamento sui provvedimenti di impiego delle nostre forze armate all’estero sia da considerare un mero fatto scontato o del tutto irrilevante, la questione va senza dubbio rimessa alla sensibilità istituzionale del Presidente Mattarella e alla sua valutazione sulla differenza tra un atto di indirizzo votato da un Parlamento oggettivamente distratto dalla competizione elettorale ed uno deliberato da un Parlamento ancora in carica e nel pieno dei suoi poteri e quindi anche capace di bocciare, senza possibilità di appello le missioni armate e di guerra o, come quella annunciata in Niger, con falsi scopi umanitari. Missioni che i nostri militari sono costretti a fare all’estero invece di impegnarsi a vigilare e a garantire la sicurezza dei nostri confini e dei nostri mari.
Inoltre Mattarella non potrà non tenere nella dovuta considerazione gli ulteriori adempimenti a cui la legge obbliga il Governo e poi ancora il Parlamento in caso di approvazione di atti di indirizzo favorevoli allo svolgimento delle missioni.”.