Esercito, Comellini (Pdm): come nel 2012 elezioni rappresentanza militare irregolari. Il lupo perde il pelo ma non il vizio

Se per un verso, alla luce della recentissima sentenza della Corte costituzionale che ha aperto la strada alla costituzione di associazioni sindacali all’interno delle forze armate, le elezioni della rappresentanza militare appaiono ancora più di ieri come un enorme spreco di denaro pubblico perché non ha alcun senso tenere in vita un organismo inutile che costa ai contribuenti oltre 4,2 milioni di euro all’anno e non offre alcuna garanzia di tutela dei diritti dei lavoratori con le stellette, dall’altro si rivelano essere un procedimento fortemente antidemocratico e privo di quelle necessarie garanzie di legalità dove anche l’accertamento di un evidente irregolarità viene ignorata se il risultato permette di ottenere l’esclusione di un soggetto che forse non è gradito ai vertici.
Mi riferisco a quanto è accaduto al termine del procedimento relativo all’elezione dei membri del Consiglio di base (Co.Ba.R.) dello stato maggiore dell’Esercito (SME) che ha visto l’esclusione di un militare della categoria “B”, dichiarato “non eletto”, per aver ricevuto lo stesso numero di voti di un suo collega più anziano che quindi, invece, è risultato “eletto”. Il militare escluso, attivista del MoVimento 5 stelle nel verificare il risultato della votazione ha potuto accertare che tra le schede considerate valide ve ne era una con la preferenza attribuita al suo collega scritta con la penna biro nera anziché la matita di colore rosso adottata per l’occasione.
La scheda ritenuta valida, ma evidentemente nulla, ha determinato una diversa composizione del Co.Ba.R. dello SME con conseguente invalidità del successivo procedimento elettorale per l’elezione dei membri del Consiglio Intermedio. Irregolarità che inevitabilmente si ripercuoterà anche sulla procedura per l’elezione del Co.Ce.R.
È evidente che il famoso proverbio popolare “Il lupo perde il pelo ma non il vizio” trova sempre una sua puntuale applicazione quando si tratta di elezioni della Rappresentanza militare. Infatti già nel 2012 avevo denunciato pubblicamente l’imbroglio avvenuto nel corso delle votazioni per l’elezione dei membri del Cocer Sezione Esercito e per quel fatto lo stato maggiore della Difesa ben pensò di denunciarmi per diffamazione alla procura militare di Roma invece di perseguire i responsabili di quei fatti illeciti che solo il Consiglio di Strato, nel 2016, sentenziò come veri. I colpevoli dell’epoca rimasero impuniti ma c’era la ministra Pinotti. Oggi la Ministra Elisabetta Trenta cosa pensa di fare? Che dice Ministra ne vogliamo parlare?

Cappellani militari riuniti ad Assisi. 4 giorni tra chiacchiere sermoni e banchetti a spese dei contribuenti

Da ieri i #CappellaniMilitari sono riuniti ad Assisi per il loro corso di aggiornamento annuale. Mi piacerebbe sapere quanto costerà ai contribuenti l’evento, tra chiacchiere e sermoni e banchetti con la partecipazione di Pippo Franco e altri ospiti illustri. Chissà quanto ci metterà la ministra Trenta a cancellare questo inutile spreco di denaro pubblico che pesa sulle tasche dei contribuenti da oltre 50 anni.
Così, giusto per ricordarlo a me stesso, mi annoto che in queste ore in Parlamento giace in attesa di ratifica una intesa stipulata tra la Chiesa e il precedente governo Gentiloni che nulla cambia rispetto al passato. I preti con le stellette continueranno a fagocitare denaro pubblico per i loro stipendi da generali e dirigenti dello Stato Italiano (il trattamento dirigenziale è un regalo della Pinotti) e a fregiarsi di gradi militari.
Una domanda a Papa Francesco è doverosa (la risposta sarà un miracolo): Ma a cosa servono i Cappellani militari quando chiese e preti sono ormai ovunque?

Una proposta: perché non riserviamo ai preti con le stellette lo stesso trattamento giuridico ed economico stabilito con il D.P.R. n° 421 del 27/10/1999? (regolamenta il servizio pastorale dei Cappellani, oltre che negli Istituti di Istruzione, anche nelle strutture territoriali della Polizia di Stato . Il successivo Decreto Ministeriale del 08/10/2004, a firma del Ministro Pisanu, ha ulteriormente precisato aspetti amministrativi ed organizzativi del “servizio” dei Cappellani nella Polizia di Stato).

Credo che sarebbe opportuno riflettere seriamente sulla mia proposta per eliminare ogni differenza, a meno che non si voglia ammettere l’esistenza di preti di serie A e di serie B.

Sulla questione dei Cappellani militari la posizione del M5S è ancora quella che si legge nelle interrogazioni e negli atti parlamentari della precedente legislatura o adesso il partito di Di Maio ha già cambiato idea?

DIFESA, COMELLINI (PDM): MINISTRA TRENTA FACCIA IMMEDIATA CHIAREZZA SULLA QUESTIONE ACQUE DI BORDO. NOI PRONTI A DARE NOSTRA SOLUZIONE PER TUTELARE PERSONALE.

Se la ministra parla di diritti dei militari allora, sicuramente sa che quello alla salute, tra i tanti, è quello più ignorato dai vertici militari e in particolare da quelli della Marina militare.
Come abbiamo più volte dimostrato sulle navi della nostra flotta militare non viene garantito l’utilizzo di acqua conforme all’uso umano come invece prevedono le norme vigenti in materia di tutela della salute umana e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nonostante il problema sia ormai ben noto anche all’opinione pubblica, il vertice della Marina militare non l’ha ancora risolto né ha dimostrato di aver agito secondo la legge. Cosa, questa, che avrebbe potuto facilmente fare anche aderendo positivamente alla nostra richiesta di accesso agli atti riguardanti le analisi effettuate negli anni passati sulle acque utilizzate dal personale militare a bordo delle navi dell’intera flotta. Nulla di tutto questo è stato fatto per dimostrare che la Marina militare ha sempre tutelato la salute dei propri uomini e donne ma oggi, finalmente, la notizia della gara d’appalto bandita dalla base navale della Spezia “per il servizio di controllo sulle acque destinate ad uso umano a bordo delle UU.NN. della Marina Militare” diffusa dal quotidiano La Nazione ci fa ben sperare per il futuro. Tuttavia, il fatto in se ci dimostra ancora una volta la correttezza della nostra battaglia e delle nostre rivendicazioni per tutelare la salute degli uomini e donne della forza armata. Avevamo e abbiamo ragione, nonostante le parole e l’arroganza di quanti continuavano, e continuano, a dire di non avere nulla da nascondere.
Anche questa volta, e con estremo rammarico, dobbiamo evidenziare come la Marina militare, nel dettare le regole del recentissimo bando di gara, il primo in assoluto nella storia conosciuta della forza armata, abbia continuato a non voler dare una più adeguata e completa attuazione alle norme vigenti e al decreto legislativo 31/2001. Infatti, nel Disciplinare Tecnico è riportato pedissequamente il contenuto della direttiva emanata dal Comando della Squadra Navale nel luglio 2016 che, come ormai noto, non è in linea con la citata normativa. Solo per fare un esempio il bando prevede l’uso della tecnica di campionamento per la ricerca delle Legionelle che può generare dei risultati “falsi negativi” e, inoltre, impone al personale dipendente dalle ditte concorrenti l’essere in regola con l’iscrizione all’ordine professionale, poi però, per svolgere le operazioni di prelevamento dei campioni di acqua da analizzare viene prevista la possibilità che a tanto vi provveda anche il personale militare senza tuttavia prevedere che lo stesso sia almeno in possesso delle necessarie abilitazioni o qualifiche sanitarie.
Insomma, è proprio il caso di dirlo: la toppa sta diventando peggio del buco e la salute dei marinai è lasciata al caso e all’improvvisazione. Allora che facciamo Ministra Trenta ci vediamo così le spieghiamo noi come risolvere il problema prima che anche lei finisca travolta dalle stesse acque, spesso contaminate, che i marinai sono costretti ad utilizzare a bordo delle navi militari, oppure vuole ignorarci come ha sempre fatto chi l’ha preceduta?
In attesa di una sua risposta noi continuiamo tranquillamente la nostra battaglia per il diritto e i diritti dei militari, salute compresa, e ci prepariamo a supportare adeguatamente e sempre più convintamente l’intervento dei nostri delegati sindacali, uomini e donne che in ogni caserma, nave o aeroporto d’Italia, non appena la Corte costituzionale pubblicherà l’attesa sentenza che ha dichiarato incostituzionale la norma che per troppo tempo ha vietato ai cittadini militari di costituire associazioni di categoria o aderire ai sindacati, ben sapranno agire per la tutela dei diritti e degli interessi dei loro colleghi.
(foto: www.difesa.it)

2 giugno: adesso Di Maio sia coerente, cancelli la parata militare

“Nel corso della precedente legislatura i parlamentari M5S hanno chiesto più volte ai governi di turno di cancellare la parata militare che ogni anno si svolge a Roma in occasione della festa della Repubblica con un enorme spreco di denaro pubblico.
Adesso Di Maio ha l’occasione per dare una prima, seppure piccola, risposta concreta agli italiani che lo hanno votato credendo alle promesse di cambiamento. Ecco, si inizi col cancellare la parata del 2 giugno e i soldi risparmiati siano destinati a chi ne ha veramente bisogno.”

Appello ai membri degli equipaggi delle navi della Marina militare e in particolare a quello della nave Zeffiro.

Ragazzi e ragazze, la legge impone al vostro comandante, nella sua veste di “datore di lavoro”, il dovere di tutelare la vostra salute, prevenire i rischi sui luoghi di lavoro (la nave è il vostro luogo di lavoro) e informarvi in modo puntuale di ogni aspetto della vostra attività che può comportare un rischio per la vostra salute e incolumità.
L’avviso con la scritta “utenza idrica non impiegabile per uso umano” apparso nei giorni scorsi sui rubinetti della nave Zeffiro, secondo la Marina ha una funzione informativa e non vuol dire che tutte le utenze (rubinetti) non sono idonei e quindi, per i vertici della vostra forza armata il problema non esiste. Furbetti !!
Invero, le nome dispongono altro e il vostro comandante ha il preciso dovere di rendervi compiutamente informati sullo stato della conformità all’uso umano dell’acqua che utilizzate per lavarvi e per cucinare. Il vostro datore di lavoro ha il dovere di comunicarvi l’esito dell’esame/i effettuato, cioè i risultati delle analisi, sempre che siano state realmente effettuate come prescrive la legge.
La “legionella” è rilevabile in singoli punti dell’impianto idrico della nave diversamente i colibatteri fecali e altri batteri o metalli pesanti e sostanze cancerogene nocivi per l’uomo sono contenuti direttamente nell’acqua. Per avere i risultati degli esami di laboratorio occorrono in media 15 giorni e partire in navigazione senza la certezza che le acque siano conformi all’uso umano come prevede la legge vi espone al concreto rischio di danni alla vostra salute. Le norme di riferimento sono il decreto legislativo 31/2001 e il decreto legislativo 81/2008.
Se non vi danno tutte le informazioni dovute potete sempre chiederle facendo un accesso agli atti (legge 241/90). Non abbiate timore di rivendicare il vostro diritto alla tutela della vostra salute.
Il Pdm (partito per la tutela dei diritti dei militari) è al vostro fianco quindi non esitate a chiedere informazioni o aiuto per denunciare eventuali inadempienze del vostro datore di lavoro.
Nelle prossime ore sul sito www.partitodirittimilitari.it metteremo a vostra disposizione il fac-simile della domanda di accesso agli atti per avere copia delle analisi sulle acque di bordo. Conoscerne lo stato della salubrità dell’acqua che usate per lavarvi e per cucinare è un vostro diritto, non lasciatevi intimorire da chi vi minaccia ritorsioni o chissà quali punizioni. Noi siamo sempre al vostro fianco in questa è in tutte le lotte che si renderanno necessarie per rivendicare i vostri diritti.
Noi siamo con voi, voi siate con noi.

(foto fonte http://www.marina.difesa.it/uominimezzi/navi/Pagine/Zeffiro.aspx)

Sui diritti sindacali dei militari il M5S ha le idee poco chiare oppure risponde ai desiderata dei vertici militari

Oggi il M5S ha diffuso un comunicato sulla questione dell’incostituzionalità del divieto per i militari di costituire associazioni di categoria a carattere sindacale che si conclude inaspettatamente con questa frase: «Ci auguriamo che si possa aprire quanto prima un dibattito parlamentare in grado di riprendere in mano l’iter che si era miseramente arenato nella scorsa legislatura e che si possa approvare la riforma della rappresentanza militare attesa da oltre vent’anni dal comparto». Leggi tutto “Sui diritti sindacali dei militari il M5S ha le idee poco chiare oppure risponde ai desiderata dei vertici militari”

DIFESA, PDM: FINALMENTE SONO UNA REALTA’ I DIRITTI SINDACALI TANTO TEMUTI DAI GENERALI E DAI SATRAPI DEL COCER

Finalmente i militari potranno esercitare i diritti sindacali e costituire le proprie associazioni di categoria al pari del personale delle forze di polizia.
Dopo anni di incessanti battaglie nelle aule parlamentari durante i quali ci siamo scontrati con servi e servitori dei generali, satrapi di ogni specie e pietitori di proroghe, professionisti della forfettaria (indennità di missione riservata ai soli delegati del Cocer), rivolgiamo un sentito ringraziamento ai Giudici della Corte che finalmente hanno cancellato quel perverso divieto che fino ad oggi ha costretto i più fedeli servitori della Patria nella condizione di minus habentes.
Un sentito ringraziamento va anche a quei militari che hanno portato avanti la loro battaglia di giustizia e legalità nelle sedi giurisdizionali e fino al cospetto della Consulta.
Ora i cittadini in divisa facciano un saggio uso di questo loro nuovo diritto a cominciare dal diffidare di tutti quei delegati della Rappresentanza militare che in questo ultimo decennio li hanno più volte calpestati svendendone i diritti, le carriere e la dignità economica per compiacere i vertici militari e la Ministra della difesa Roberta Pinotti che come esponente di un sedicente partito democratico ha fatto del suo meglio per negare e sopprimere ogni forma di dissenso o aspirazione sindacale.
Adesso la parola passa al legislatore a cui siamo pronti a dare la nostra chiarissima proposta di legge affinché anche per i militari valgano le regole che fin dal 1981 disciplinano le attività sindacali per il personale della Polizia di Stato.
Per concludere un affettuoso pensiero lo rivolgiamo ai tanti ex forestali e all’Associazione Unforced che nell’Arma dei carabinieri, nella quale sono stati costretti da una scellerata riforma, ora avranno il compito e il privilegio di insegnare i diritti e garantire ogni possibile forma di tutela sindacale ai loro colleghi dell’Arma che fino ad oggi sono stati alla merce del Cocer.

Lo dichiarano Luca Marco Comellini , Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (PDM) e Maurizio Turco, già deputato, membro della presidenza del Partito Radicale.