Giovanni XXIII Patrono dell’Esercito italiano? Domani si rivolterà nella tomba

Scegliere Giovanni XXIII come Patrono dell’Esercito italiano è una cosa insensata e illogica che non può trovare alcuna condivisione da parte di coloro che, seppure laici o non credenti, del “Papa Buono” ricordano o hanno appreso gli insegnamenti e l’avversità per ogni guerra. Don Angelo Giuseppe Roncalli, all’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale, fu richiamato alle armi come sottufficiale nella Sanità per poi diventare cappellano militare ed è forse proprio questo il motivo della scelta fatta dall’Ordinario Militare, il generale di Corpo d’Armata Mons. Santo Marcianò. Al riguardo non posso non condividere il rammarico espresso oggi da mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia. Una scelta decisamente fuori luogo che sembra essere, invece, l’estremo tentativo dell’Ordinariato militare di superare quella crescente avversione che gli appartenenti alle forze armate nutrono nei confronti dei cappellani militari visti, oggi ancora più di ieri, come fruitori di ingiustificabili benefici e privilegi economici di cui hanno potuto godere in passato e ancora oggi grazie all’ignoranza di una classe politica sempre poco attenta alle leggi e al dettato costituzionale ma prontamente capace, col recente riordino delle carriere del personale militare e delle forze di polizia, di promuoverli quasi tutti “dirigenti dello Stato”, attribuendogli, ovviamente, il relativo trattamento economico dirigenziale. Del sottufficiale Roncalli basta ricordare alcune parole per rendersi immediatamente conto che era un uomo di pace e che mai avrebbe immaginato di diventare il patrono di un esercito addestrato alla guerra. “In quattro anni di guerra, quante grazie del Signore per me, quante occasioni di fare del bene ai miei fratelli! Forse mai come ora, il Signore mi fa sentire la bellezza e le dolcezze della povertà di spirito.” Erano queste le sue parole; quelle di un giovane sacerdote che poi diventerà Papa, un uomo della pace in mezzo ad una guerra tremenda che ne segnò profondamente la giovinezza e l’intera vita, che lo portò, da Papa, a schierarsi apertamente contro tutte le guerre con l’Enciclica “Pacem in terris”. Eppure, domani, Giovanni XXIII verrà sacrificato sull’altare di altri interessi. E si rivolterà nella tomba.

Croce Rossa Italiana, Partito Radicale e Pdm: Giudici bocciano la riforma voluta da Monti e noi ve lo avevamo detto.

“Dalla fine del 2011 e fino all’agosto del 2012 i deputati radicali (eletti nelle liste del Pd) con il Pdm (partito per i diritti dei militari) hanno in tutti i modi cercato di fermare gli insani progetti di smembramento della Croce Rossa Italiana ritenendo che la riforma dell’Ente e la soppressione del Corpo militare ausiliario delle Forze armate proposte dal Governo Monti non rispondessero ai criteri contenuti nella legge delega 183/2010, il cui termine, peraltro già ampiamente scaduto, fu rinnovato più volte al solo scopo di permettere l’emanazione di quel decreto legislativo di riorganizzazione della CRI adesso fortemente censurato dai giudici amministrativi che, lo scorso 5 luglio, lo hanno rimesso al vaglio della Corte Costituzionale.

Infatti, il Tar del Lazio, nel rimettere al vaglio della Corte costituzionale l’intero decreto legislativo 178/2012 di riorganizzazione della Croce rossa, non ha fatto altro che confermare quello che fin dal mese di novembre del 2011 la deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni aveva sostenuto durante i lavori della Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati aderendo alle richieste di Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm).
I Giudici del Tar hanno ritenuto “non manifestamente infondate questioni di costituzionalità, riferibili ai seguenti articoli della Costituzione: 1 (per adozione, da parte del Governo, di iniziative di rilievo politico, non riconducibili al legislatore delegante), 76 (per eccesso di delega, sotto gli specifici profili evidenziati), 3 e 97 (per l’irrazionalità di scelte, destinate ad incidere su servizi di assoluta valenza per la salute, l’incolumità e l’ordine pubblico, senza adeguato bilanciamento fra le esigenze sottostanti a tali servizi e le contrapposte ragioni di contenimento della spesa), 117, con riferimento all’art. 1, comma 1, del Protocollo addizionale CEDU, in cui si garantiscono i beni delle persone fisiche e giuridiche in una accezione, già ricondotta dalla giurisprudenza alla titolarità di qualsiasi diritto, o di mero interesse di valenza patrimoniale, rientrante fra i parametri di costituzionalità riconducibili appunto al citato art. 117, anche per quanto attiene alle modalità di tutela dei lavoratori, con riferimento agli aspetti patrimoniali del rapporto di lavoro.”.

La decisione adesso toccherà ai Giudici costituzionali e in caso di accoglimento della tesi di incostituzionalità prospettata dal giudice remittente il Governo dovrà necessariamente prenderne atto e riparare il danno, già incalcolabile, che si è creato in questi anni per il solo fatto di non averci voluto ascoltare.

Ancora una volta siamo costretti a dire “ve lo avevamo detto”. E ciò con la consapevolezza di aver fatto sempre il nostro dovere.”

Lo dichiarano Maria Antonietta Farina Coscioni, membro della Presidenza del Partito Radicale e Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm).

 

F35, Comellini (PDM): errore non fu riduzione programma ma impiego risparmi per legge navale

“La riduzione del numero dei velivoli F35, da 131 a 90, non fu un errore e avvenne in attuazione di un preciso ordine del giorno (9/4829-A/61) presentato il 16 dicembre 2011 dai parlamentari Radicali alla Camera su mia espressa richiesta e accolto dal Governo Monti nell’ambito della discussione del disegno di legge di conversione in legge del DL 201/2011, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici.

Il taglio del numero degli F35 fu deciso in coerenza con la reale esigenza delle forze armate e della sostenibilità del programma e, quindi, se di errore si vuole parlare si deve correttamente considerare che successivamente i 5,4 miliardi di euro di risparmi ottenuti con la riduzione del programma JSF, anziché essere utilizzati per diminuire la pressione fiscale sui cittadini, furono destinati con la finanziaria del 2014 al Programma Navale per l’acquisto di nuove navi per la flotta della Marina Militare a cui, nel 2016, seguì l’insensata decisione del Parlamento per dimezzare il budget del programma JSF. Una decisione quest’ultima che, se dovesse essere portata a compimento, rischierebbe di compromettere seriamente la capacità aerea dello strumento di difesa nazionale e a nulla poi potrebbe servire il ripiegare sull’acquisizione di ulteriori Eurofighter se non ad avere aerei certamente inferiori all’F35 ma con costi più elevati.”

La questione F35 è diventata il principale punto di scontro politico per molti nonostante sia solo una parte del problema più ampio che riguarda l’intero sistema decisionale delle politiche della Difesa che, purtroppo, continuano ad essere lasciate al caso o, nella migliore delle ipotesi, nelle mani di personaggi poco o per nulla esperti o con evidenti interessi personali.”

Vigili del Fuoco, Comellini (Pdm): Nessuna differenza tra chi partecipa in uniforme al Gay Pride o ad una funzione religiosa

Se è vero che tra i diritti inviolabili dell’uomo le fondamentali libertà di espressione e di religione hanno pari dignità e meritano la stessa tutela allora occorre domandarsi per quale ragione la partecipazione ad un evento religioso di un vigile del fuoco in uniforme sia da considerarsi del tutto normale mentre quella al Roma Pride offensiva e meritevole di essere sanzionata.  Leggi tutto “Vigili del Fuoco, Comellini (Pdm): Nessuna differenza tra chi partecipa in uniforme al Gay Pride o ad una funzione religiosa”

Missione Libia, Comellini (PDM): dubbi su spontaneità richiesta di Sarraj, Governo italiano ripete errori del 2011

Roma 28 luglio – “Le recenti dichiarazioni dei due contendenti libici, Al Sarraj e Haftar, sollevano inquietanti dubbi sulla spontaneità della richiesta avanzata dal primo per un intervento militare italiano in Libia. Personalmente mi domando se la richiesta di Sarraj al Governo italiano sia stata realmente spontanea e non invece, come i fatti mi portano a credere, pretesa da chi in Italia vorrebbe mantenere, almeno in Libia, un ruolo politico e militare di apparente rilievo.  Il concreto rischio è che oggi, per rincorrere nuovamente i francesi, il Governo Italiano torni a ripetere gli errori del 2011.

Sia lodata la Pinotti, sempre sia lodata! Anche i preti soldato brindano al riordino delle carriere.

Col provvedimento di riordino delle carriere del personale delle forze armate pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale anche i “cappellani militari” hanno potuto stappare la loro bottiglia e brindare in armonia.

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la Corte costituzionale è chiamata a decidere sulla legittimità del contributo unificato imposto dal governo Berlusconi sul ricorso straordinario al Presidente della Repubblica

“La Corte costituzionale prossimamente sarà chiamata a decidere sulla legittimità del contributo unificato sul ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che il governo Berlusconi impose con un decreto legge, interrompendo così la gratuità del rimedio giustiziale che durava da oltre 280 anni. Infatti, il prossimo 17 giugno, Leggi tutto “la Corte costituzionale è chiamata a decidere sulla legittimità del contributo unificato imposto dal governo Berlusconi sul ricorso straordinario al Presidente della Repubblica”

CDM, RIORDINO DELLE CARRIERE, COMELLINI (PDM): IN CONSIGLIO DEI MINISTRI VINCE L’ARROGANZA. LA CASTA DEI GENERALI HA SOTTOMESSO IL GOVERNO.

Dichiarazione di Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) in merito all’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri dei decreti legislativi riguardanti il riordino delle carriere e delle funzioni del personale delle forze armate, delle forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco. Leggi tutto “CDM, RIORDINO DELLE CARRIERE, COMELLINI (PDM): IN CONSIGLIO DEI MINISTRI VINCE L’ARROGANZA. LA CASTA DEI GENERALI HA SOTTOMESSO IL GOVERNO.”

Ministro Difesa, Comellini (Pdm): il volo da Ciampino a Genova del 5 settembre 2014 era stato programmato già dal giorno 2 con la sigla IAM3122.

Domani si celebrerà il processo ad un maresciallo dell’Aeronautica militare, effettivo al 306° Gruppo Volo del 31° Stormo presso l’Aeroporto Militare di Ciampino. L’accusa formulata dalla Procura militare nei confronti del maresciallo è di “Rivelazione di notizie di carattere riservato aggravato” (articoli 91-93, 47 n. 2 del Codice Penale Militare di Pace) poiché, secondo l’accusa, Leggi tutto “Ministro Difesa, Comellini (Pdm): il volo da Ciampino a Genova del 5 settembre 2014 era stato programmato già dal giorno 2 con la sigla IAM3122.”

ENAV, COMELLINI (PDM): ORA CHIEDIAMO IMMEDIATA ASSUNZIONE CONTROLLORI VOLO AERONAUTICA MILITARE

Oltre 50 militari controllori del traffico aereo dell’Aeronautica militare già nei prossimi giorni potrebbero lasciare la forza armata e transitare nei ruoli del personale dell’Enav, la società civile che gestisce il controllo del traffico aereo nazionale, interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle finanze. Leggi tutto “ENAV, COMELLINI (PDM): ORA CHIEDIAMO IMMEDIATA ASSUNZIONE CONTROLLORI VOLO AERONAUTICA MILITARE”