SOLO CHI NON CONOSCE LA STORIA SINDACALE DEL NOSTRO PAESE PUO’ GIOIRE PER L’APPROVAZIONE DEL DDL CORDA SUI DIRITTI SINDACALI DEI MILITARI

Solo chi non conosce la storia sindacale del nostro paese, gli stolti, gli ignoranti, e tutti coloro che della negazione del diritto e dei diritti dei lavoratori ne hanno fatto uno stile di vita o tratto vantaggi anche personali, possono gioire per l’approvazione della legge sui diritti sindacali militari.

Il ddl Corda approvato ieri in via definitiva dalla Camera dei deputati, già frutto dell’ignoranza e della pietosa sottomissione della classe politica ai diktat dei vertici militari, ha definitivamente cancellato l’articolo 39 della Costituzione e con esso la decisione della Corte costituzionale che, dopo decenni di battaglie anche legali, finalmente nell’aprile del 2018, con la Sentenza n. 120, ha avuto il – seppur timido – coraggio di riconoscere l’incostituzionalità del comma 2 dell’articolo 1475 del codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo 66/2010) nella parte in cui vieta ai militari di costituire associazioni sindacali e di potervi aderire.

Gli evidenti profili di illogicità e incostituzionalità, immediatamente e facilmente percepibili nel testo licenziato ieri dal Parlamento, ci spingono a prendere le opportune e doverose distanze da tutte quelle associazioni professionali a carattere sindacale che hanno applaudito l’infausto evento e, nel contempo, a invitare tutto il personale militare ad unirsi al Partito per la tutela dei diritti dei militari e al Sindacato dei Militari per continuare quelle doverose lotte politiche e sindacali necessarie e urgenti per l’effettiva affermazione delle libertà e dei diritti dei lavoratori con le stellette, come sancito dagli articoli 39 e 49 della Costituzione.

Iscriversi al PDM e al Sindacato dei Militari, uniche realtà che oggi possono vantare plurimi riconoscimenti in merito alla legittimazione ad agire nelle aule di giustizia per la difesa degli interessi dei militari, significa avere quel coraggio e quella voglia di cambiamento che ad altri – quelli fieri di essere stati preventivamente autorizzati dal datore di lavoro alla costituzione di associazioni a carattere sindacale – sono mancati.

Ai parlamentari del M5S che ieri, e ancora oggi, applaudono alla conversione in legge del ddl Corda e continuano a scambiare diritti e democrazia coi più convenienti compiacimenti dei generali o del potente di turno, chiediamo di avere almeno la decenza di tacere o, se proprio non possono fare a meno di aprire bocca e dargli fiato, di evitare di spacciare l’approvata legge sulle libertà sindacali dei militari come se fosse una epocale conquista invece della più tremenda e pericolosa negazione del diritto e dei diritti dei lavoratori di cui abbiamo memoria.

Infine non resta che augurarci che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, già giudice costituzionale, abbia la sensibilità di restituire l’orrenda legge al Parlamento affinché provveda a correggere gli evidenti profili di illogicità, criticità e illegittimità costituzionale.

Lo dichiarano Luca Marco Comellini, Segretario Politico del Partito per la tutela dei diritti dei Militari, e Riccardo Saccotelli, sopravvissuto alla strage di Nasiriyah e Presidente ff del Sindacato dei Militari

Sui diritti sindacali dei militari il M5S ha le idee poco chiare oppure risponde ai desiderata dei vertici militari

Oggi il M5S ha diffuso un comunicato sulla questione dell’incostituzionalità del divieto per i militari di costituire associazioni di categoria a carattere sindacale che si conclude inaspettatamente con questa frase: «Ci auguriamo che si possa aprire quanto prima un dibattito parlamentare in grado di riprendere in mano l’iter che si era miseramente arenato nella scorsa legislatura e che si possa approvare la riforma della rappresentanza militare attesa da oltre vent’anni dal comparto». Leggi tutto “Sui diritti sindacali dei militari il M5S ha le idee poco chiare oppure risponde ai desiderata dei vertici militari”

DIFESA, PDM: FINALMENTE SONO UNA REALTA’ I DIRITTI SINDACALI TANTO TEMUTI DAI GENERALI E DAI SATRAPI DEL COCER

Finalmente i militari potranno esercitare i diritti sindacali e costituire le proprie associazioni di categoria al pari del personale delle forze di polizia.
Dopo anni di incessanti battaglie nelle aule parlamentari durante i quali ci siamo scontrati con servi e servitori dei generali, satrapi di ogni specie e pietitori di proroghe, professionisti della forfettaria (indennità di missione riservata ai soli delegati del Cocer), rivolgiamo un sentito ringraziamento ai Giudici della Corte che finalmente hanno cancellato quel perverso divieto che fino ad oggi ha costretto i più fedeli servitori della Patria nella condizione di minus habentes.
Un sentito ringraziamento va anche a quei militari che hanno portato avanti la loro battaglia di giustizia e legalità nelle sedi giurisdizionali e fino al cospetto della Consulta.
Ora i cittadini in divisa facciano un saggio uso di questo loro nuovo diritto a cominciare dal diffidare di tutti quei delegati della Rappresentanza militare che in questo ultimo decennio li hanno più volte calpestati svendendone i diritti, le carriere e la dignità economica per compiacere i vertici militari e la Ministra della difesa Roberta Pinotti che come esponente di un sedicente partito democratico ha fatto del suo meglio per negare e sopprimere ogni forma di dissenso o aspirazione sindacale.
Adesso la parola passa al legislatore a cui siamo pronti a dare la nostra chiarissima proposta di legge affinché anche per i militari valgano le regole che fin dal 1981 disciplinano le attività sindacali per il personale della Polizia di Stato.
Per concludere un affettuoso pensiero lo rivolgiamo ai tanti ex forestali e all’Associazione Unforced che nell’Arma dei carabinieri, nella quale sono stati costretti da una scellerata riforma, ora avranno il compito e il privilegio di insegnare i diritti e garantire ogni possibile forma di tutela sindacale ai loro colleghi dell’Arma che fino ad oggi sono stati alla merce del Cocer.

Lo dichiarano Luca Marco Comellini , Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (PDM) e Maurizio Turco, già deputato, membro della presidenza del Partito Radicale.

L’ACQUA CONFORME ALL’USO UMANO E’ UN DIRITTO ANCHE A BORDO DELLE NAVI MILITARI

Mentre il vertice della Marina militare per tranquillizzare il proprio personale continua ad escludere ogni sorta di problema per quanto riguarda l’acqua destinata al consumo umano a bordo delle sue navi, mi giungono nuove e preoccupanti segnalazioni contrarie.

Per acqua destinata al consumo umano si intende:
“le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori” ed ancora “acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano”.

INVITO

tutti gli uomini e donne che prestano servizio sulle unità navali della Marina militare a pretendere dai loro superiori l’immediata pubblicazione dei risultati delle analisi effettuate sulle acque di bordo e in mancanza di risposta a voler segnalare il fatto alle autorità competenti (Procura Militare/Ordinaria) e contestualmente ad inviare una segnalazione al seguente indirizzo di posta elettronica: info@partitodirittimilitari.it

INVITO

l’ammiraglio Valter Girardelli, Capo di stato maggiore della Marina militare, ad un serio confronto pubblico per assicurare una reale tutela della salute di tutto il personale della forza armata perché è fin troppo evidente che già dal 2001, anno di entrata in vigore del decreto legislativo 31/2001, i vertici della Marina militare, della Sanità militare, ma soprattutto quelli politici della Difesa, hanno sottovalutato la reale portata del problema che oggi rappresenta un grave pericolo per la salute di tutto il personale della forza armata.

Luca Marco Comellini

(foto: www.marina.difesa.it)